Ho deciso di seguire i consigli del mio libro "Alzati e cammina" e oggi voglio raccontarvi quello che ho visto passeggiando per Ostia. Quando ci muoviamo per lavoro, immersi nei vari mezzi di trasporto, molte cose ci sfuggono. Io ho sempre amato osservare ciò che mi circonda. Spesso, per evitare il traffico di Ostia, arrivo a Roma molto presto, magari alle 7 del mattino, anche se il cliente mi aspetta solo per le 9. Così, mi prendo il tempo per camminare per la città, scoprendo nuovi angoli, soprattutto nel centro, e assistendo al risveglio della città. Non sono nuovo a queste esperienze, ma a Ostia, a parte il lungomare d'estate, la "cammino" di meno.
E così, ecco che inizio la mia passeggiata. Scendo le scalette della stazione Lido Centro e passo sotto i portici, dirigendomi verso la chiesa di Regina Pacis. La prima cosa che noto è che, ormai, noi ostiensi in quella zona non ci viviamo più. I locali storici della stazione, quelli che frequentavo da piccolo, non esistono più. La Standa, dove mia madre mi portava a comprare la tuta da ginnastica, il grembiulino per la scuola, i quaderni e il diario, ha lasciato il posto a uno dei giganti del fast food. La bancarella che vendeva cassette di musica piratata è ovviamente scomparsa, ma non potevo non ricordarla: tutta Ostia prendeva le cassette lì, anche gli allievi della scuola della Guardia di Finanza. Ero uno dei DJ che mixava quelle cassette, e ricordo con orgoglio che, per un breve periodo, le cassette che si sentivano per Ostia erano state mixate da me.
Un'altra grande differenza sono le persone che ora bivaccano per la stazione. Ai miei tempi c'erano i ragazzi che tutti abbiamo visto in "Amore tossico" di Claudio Caligari: tutti li conoscevano, e il film li rese celebri. Non ho mai amato molto quel film, perché Ostia non era solo quella realtà. Oggi, invece, ci sono principalmente stranieri, seduti ai bar a bere; molti di loro hanno rilevato le attività ancora aperte. Mi domando spesso chi ci sia dietro di loro, sembra quasi che qualcuno abbia comprato tutto e li abbia messi lì a gestire.
Con questi pensieri in testa, passo accanto al luna park, lo stesso che mi accolse nel 1970, quando arrivai a Ostia con la mia famiglia. Lo guardai dal finestrino della macchina e mi innamorai subito di questa città: non avevo mai visto un luna park prima di allora. Arrivo nella zona che, per fortuna, ora è isola pedonale, e camminarci è veramente piacevole, anche perché oggi stanno preparando le vetrine e gli addobbi natalizi. Mi torna in mente che, lì vicino, c'è quello che da piccolo era il mio negozio preferito, anche se raramente potevo comprare qualcosa. Quando succedeva, la gioia era immensa, tanto che ancora riecheggia nei miei ricordi. Non ricordo il nome del negozio, ma ricordo che vendeva puzzle, trenini da collezione, Rivarossi e Lima, materiali per l'hobbistica, tutto il necessario per lavorare con il traforo. Mio padre mi portava spesso lì a prendere ciò che ci serviva per i nostri lavoretti... Beh, non c'è più.
È rimasto invece il bar che vende i krapfen: ricordo che arrivavano in un contenitore a forma di missile, appeso a un cavo d'acciaio, e ovviamente noi ragazzi ne eravamo tutti attratti. Anche qui, però, non è rimasto molto altro. Finalmente arrivo sul lungomare: il mio obiettivo è fotografare il tramonto. Lo sapete che Ostia è uno dei pochi posti dove, in questo periodo, si possono vedere sia l'alba che il tramonto sul mare?
La mia attenzione viene catturata da un minuscolo edificio, un chiosco in cemento che si trova da sempre alla sinistra del pontile. Mi domando quanti conoscano la storia di quel chiosco di frutti di mare. Io la conosco, ma non ve la racconterò oggi: vi dirò solo che, partendo da lì, un uomo ha costruito la fortuna di una famiglia che, nel bene e nel male, ha lasciato un segno importante su questa città.
Mi dirigo verso il curvone e da lì entro in spiaggia per godermi il tramonto, camminando e fotografando. È pieno di gente. Ostia, con le sue albe e i suoi tramonti, continua a essere un luogo speciale, e camminare per le sue strade mi ha riportato alla mente tanti ricordi, ma anche tante riflessioni su quanto la città sia cambiata e su chi siamo oggi noi che la viviamo.
Che ne pensate di questa Ostia che ho visto camminando? Mi piacerebbe sentire le vostre storie e le vostre impressioni.