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La Nuova Riforma dello Sport

2024-06-23 08:09

Franco Marinelli

INDOOR ROWING, INDOOR CYCLING,

La Nuova Riforma dello Sport

Un Cambiamento per il Mondo del Fitness

Recentemente, il settore sportivo italiano ha subito una significativa trasformazione grazie alla nuova riforma dello sport. Questa riforma ha portato importanti cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda il mondo del fitness e i suoi lavoratori. Per comprendere meglio l'impatto di questa riforma, è utile fare un passo indietro e analizzare come si è evoluto il settore nel corso degli anni.

Il Fitness tra Sport e Utilità Sociale

In passato, si è spesso dibattuto sulla differenza tra sport e fitness, sottolineando l'importanza del fitness non solo per il benessere individuale ma anche per la salute pubblica. Promuovere il fitness ha infatti dimostrato di ridurre la spesa sanitaria, poiché incoraggia uno stile di vita più sano e attivo.

Per incentivare il fitness, il governo ha creato regole specifiche per abbassare i costi delle palestre e di alcune attività sportive. Sono così nate le associazioni sportive dilettantistiche (a.s.d.) e il concetto di "non professionismo" nel mondo del fitness. Questo significava che un trainer impiegato in un centro fitness a.s.d. poteva guadagnare fino a circa 10.000 euro annui senza subire ritenute fiscali e senza dover pagare contributi previdenziali. Questa defiscalizzazione ha permesso alle palestre di mantenere i costi bassi, rendendo il fitness più accessibile a tutti.

Il Ruolo del Trainer: Un Lavoro Secondario

Prima della pandemia, un istruttore di fitness guadagnava circa 20 euro l'ora. Finché i suoi guadagni non superavano le 500 ore annuali, non doveva versare nulla al fisco né all'INPS. Tuttavia, questo sistema presentava alcune criticità. Il lavoro di trainer era spesso considerato un secondo impiego, poiché la mancanza di contributi previdenziali significava assenza di garanzie in caso di malattia o di richiesta di finanziamenti. Di conseguenza, pochissimi riuscivano a vivere esclusivamente di fitness.

La Nuova Riforma: Più Diritti, Più Costi

La nuova riforma dello sport mira a regolarizzare la posizione dei lavoratori del fitness, prevedendo che essi paghino l'INPS e l'IRPEF. Secondo la legge, i contributi previdenziali dovrebbero essere divisi equamente tra datore di lavoro e lavoratore. Tuttavia, nella pratica, è probabile che gran parte di questi costi ricada sui lavoratori stessi.

Questo significa che la retribuzione oraria, già ridotta a 18 euro durante la pandemia, potrebbe ulteriormente scendere a circa 16 euro. Inoltre, i centri sportivi dovranno affrontare un aumento dei costi operativi, vedi aumento bolletta energetica, inclusi quelli legati alla gestione delle assenze per malattia degli istruttori, che ora avranno diritto a periodi di malattia come tutti gli altri lavoratori.

Implicazioni Future: Chi Pagherà il Conto?

È chiaro che i maggiori costi derivanti dalla riforma avranno un impatto significativo. Le palestre potrebbero essere costrette ad aumentare le tariffe per compensare l'incremento delle spese. Questo potrebbe rendere il fitness meno accessibile, andando contro l'obiettivo iniziale di promuovere uno stile di vita sano e ridurre la spesa sanitaria.

In sintesi, la nuova riforma dello sport rappresenta un passo importante verso la tutela dei diritti dei lavoratori del fitness, ma comporta anche sfide significative. È fondamentale monitorare attentamente l'evoluzione del settore e trovare un equilibrio che consenta di mantenere accessibili i costi del fitness, senza sacrificare le tutele dei lavoratori.

Con la speranza che questa riforma possa portare benefici a lungo termine, è importante continuare a discutere e ad analizzare le sue implicazioni, cercando soluzioni che possano conciliare le esigenze di tutte le parti coinvolte.

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